landing biometano 2018-12-20T15:48:25+00:00

Conosci il biometano?
Sai come si produce e perché, per molti, è il carburante del futuro per auto, casa, azienda?
Se hai o lavori per un’azienda del settore agricolo o agroindustriale, sai che il biometano rappresenta una grande opportunità economica e ambientale?

Non perdere l’occasione di comprendere come sfruttare al meglio la tua impresa (anche) per produrre energia, contribuire a migliorare l’ambiente e, non ultimo, ottenere i giusti profitti dall’investimento!

Scopri il biometano e le sue opportunità

Intanto cominciamo a entrare nel tema con alcune “domande e risposte”.

CHE COS’È IL BIOMETANO?
Il biometano è una fonte di energia rinnovabile che si ottiene da un processo di “upgrading”, ovvero raffinazione e purificazione, delle biomasse agricole (colture dedicate, sottoprodotti e scarti agricoli, deiezioni animali), agroindustriali (scarti delle lavorazioni alimentari) e della frazione organica dei rifiuti solido urbani fino al raggiungimento della soglia del 98% di Metano (CH4) nel prodotto ottenuto.

Si tratta di un’energia:

  • rinnovabile perché prodotta da biomasse di origine agricola, ma anche dalle deiezioni animali. (e il futuro prevede anche la valorizzazione dei reflui fognari)
  • sostenibile: il biometano è “Co2 neutro” in quanto l’anidride carbonica prodotta dalla sua combustione è la stessa CO2 fissata dalle piante (o assunta dagli animali in maniera indiretta tramite le piante), al contrario di quanto avviene per la CO2 emessa ex novo dalla combustione dei carburanti fossili.

PER COSA PUÒ ESSERE USATO IL BIOMETANO?
Biometano e gas naturale hanno le stesse destinazioni d’uso:

  • stazioni di rifornimento di carburante
  • cogenerazione in impianti centralizzati
  • consumi domestici per riscaldamento
  • utenze industriali.

Si tratta, inoltre, di un’energia flessibile ed efficiente, perché adatta a tutti gli utilizzi, incluso i trasporti (come incentivato dall’ultimo Decreto Ministeriale, vedi oltre) e può sfruttare le infrastrutture esistenti di trasporto e stoccaggio oltre ad essere utilizzabile anche nell’ambito della generazione distribuita.

COME SI PRODUCE IL BIOMETANO?
L’upgrading (raffinazione e purificazione) del biometano avviene attraverso un processo di digestione anaerobica svolta da batteri che trasformano i sottoprodotti adatti alla loro valorizzazione. Dopo aver stoccato e preparato il substrato da trattare avviene la vera e propria fase di “digestione” e la produzione di energia.

Il processo viene gestito attraverso uno specifico impianto “tagliato su misura” per le capacità produttive di ogni realtà impegnata nell’investimento e, come tale, richiede cifre commisurate alla sua dimensione e alla sua “capacità energetica”.

In Italia esistono diverse aziende specializzate nella consulenza e nella realizzazione di impianti per il Biogas e, in particolare, per il biometano.

QUAL È LA DIFFERENZA TRA BIOGAS E BIOMETANO?
Il biogas ha un rendimento termico piuttosto basso e può essere usato solo per produrre calore ed elettricità presso il produttore, il biometano è invece indistinguibile da quello fossile, può essere quindi immesso nei gasdotti e usato per tutti gli impieghi del metano, anche come combustibile per i motori a scoppio, garantendo rese economiche migliori, grazie anche ai nuovi incentivi.

CONVIENE L’INVESTIMENTO IN BIOMETANO?
Chi decide di investire nel biometano si affaccia su un mercato particolarmente interessante: si stima che il nostro Paese abbia un potenziale di produzione pari a 8,5 miliardi di metri cubi – nel 2030 – ovvero una capacità produttiva in grado di soddisfare non meno del 12-13% del fabbisogno energetico italiano.

Questi dati sono stati elaborati dalla Piattaforma Tecnologica Nazionale sul (Bio)metano, nata lo scorso novembre con il coordinamento di Cib (Consorzio italiano biogas) e il Cic (Consorzio italiano compostatori) e rilanciati da un recente convegno di Legambiente dedicato al tema.

Chi dunque investe in biometano, al di là degli incentivi e anche del contributo sociale di attivare innovazioni sostenibili e “circolari”, entra in un ambito economico di assoluto interesse.

LA PRODUZIONE DI BIOMETANO È INCENTIVATA?
Sì! Dal sito del GSE – Gestore Servizi Energetici si legge:

“Il Decreto interministeriale del 2 marzo 2018 promuove l’uso del biometano e degli altri biocarburanti avanzati nel settore dei trasporti e rappresenta un provvedimento strategico che mira a favorire l’utilizzo delle fonti rinnovabili nei trasporti, anche attraverso lo sviluppo di iniziative di economia circolare e di gestione virtuosa dei rifiuti urbani e degli scarti agricoli.

In particolare il nuovo Decreto ha come obiettivi: 

  • promuovere maggiormente l’utilizzo del biometano per i trasporti, anche ai fini del raggiungimento degli obiettivi posti all’Italia dalle direttive europee in termini di utilizzo di carburanti rinnovabili nei trasporti. L’onere dell’incentivo è distribuito sui soggetti che hanno l’obbligo di immissione in consumo di biocarburanti (Soggetti Obbligati);
  • favorire le riconversioni degli impianti a biogas, con conseguente riduzione dei costi della componente ASOS della bolletta elettrica;
  • promuovere l’incentivazione di impianti di produzione di altri biocarburanti avanzati diversi dal biometano.

Potranno usufruire degli incentivi i nuovi impianti di produzione di biometano che entreranno in esercizio successivamente all’entrata in vigore del decreto (20 marzo 2018) ed entro il 31 dicembre 2022 e quelli esistenti riconvertiti parzialmente o totalmente entro la stessa data, anche con incrementi di potenza.

Possono accedere agli incentivi anche gli impianti di produzione di biocarburanti avanzati diversi dal biometano che entrano in esercizio entro il 31 dicembre 2022.

Per impianti di produzione di biogas oggetto di riconversione a biometano, già incentivati sulla produzione elettrica, il periodo di diritto è pari a quello spettante per impianti nuovi, ed è possibile:

  • mantenere l’incentivo per il residuo periodo di diritto su una quota non superiore al 70% della produzione annua media incentivata calcolata a partire dalla data di esercizio commerciale;
  • se riconvertiti oltre la data di fine diritto all’incentivo elettrico, ottenere il 70% dei CIC (con ritiro per 10 anni e solo il rilascio dei CIC successivamente, nel caso di biometano avanzato).

Il produttore può richiedere la qualifica:

  • in esercizio (dopo l’entrata in esercizio dell’impianto);
  • a progetto (in fase di progettazione o realizzazione dell’impianto, effettuando successivamente una richiesta di qualifica in esercizio).

Il rilascio della qualifica avviene entro 120 giorni dalla richiesta, al netto dei periodi necessari per integrare le informazioni fornite.